Zen (ed alcuni pensieri) durante la pandemia

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Qualche breve nota, postata anche sulla pagina FB La Via di Mezzo, e sul Forum di Scaramuccia, che invito a visitare. Ricordo anche il “Notiziario” di Scaramuccia scritto regolarmente dal Maestro Taino da oltre quarant’anni, da richiedere (con un piccolo versamento).  Letture che raccomando vivamente, almeno per scoprire quanto interessino ciascuno.

Ma l’abito fa il monaco ? Mariano, un solido praticante a Londra che molti di voi conoscono anche perché molto attivo con Internet, mi manda il link a YouTube per un’intervista di Aestene. Vi appare un maestro Zen con una lunga serie di titoli e benemerenze (con enfasi sull’essere reverendo e maestro di culto riconosciuto dallo Stato), adeguatamente abbigliato in un ambiente di perfetto stile giapponese. Memore dell’essenzialità degli insegnamenti di Scaramuccia, dell’entusiasmo per il koromo di molti, e della recente scelta del Maestro di non portarlo più, la risposta di Mariano alla mia successiva domanda semiseria se non è più vero che l’abito non fa il monaco, mi pare adeguata a farne questo post:  “No l’abito non fa il monaco, ma lo può disfare”.

Una breve nota dalla Via di Mezzo di Trieste. Continuano su Zoom gli incontri con zazen abituali del giovedì (iniziati il 17 marzo su Skype), cui si aggiungono gli incontri per i nuovi arrivati del martedì. Continua l’opera di “missione” in ambito Universitario e Sanitario, con la partecipazione agli incontri di studenti, tirocinanti e volontari dell’Associazione di Volontariato Franco Basaglia. Nuovi “arrivi” dall’Associazione di Volontariato Franco Basaglia ed inviati dall’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina di giovani volontari del Servizio Civile che vi prestano servizio, oltre che di tanto in tanto di utenti dei servizi. Interessante e positiva esperienza di “semina” tra volontari e professionisti delle professioni dell’aiuto in formazione riguardante il Buddhismo, lo Zen e le afflizioni mentali, per chi ne soffre e chi intende aiutare chi ne soffre. Il tutto ovviamente con un turn over significativo da mettere in conto, ed il piccolo Sangha locale che ha sofferto apprezzabilmente per l’isolamento da pandemia. Ed il tutto anche in attesa di poter riprendere a stare e meditare stando assieme, riportando il ricorso ad Internet, fatto con esperienza ed esperienze positive durante la fase di isolamento, alle dimensioni tradizionali che facilitino e non influenzino negativamente la pratica condivisa.

Ancora una riflessione. Ho cercato di fornire occasioni al mini-Sangha triestino, ma ho alla fine l’impressione che a parte qualche minimo sprazzo di interesse stimolato dall’isolamento, il tempo libero da impegni abituali
non sia stato in generale un’occasione di guardare dentro e fuori sé stessi.
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